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Efficacia e sicurezza di Lomitapide, un inibitore della proteina di trasferimento microsomale, nei pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote


Pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote rispondono in modo non-adeguato ai farmaci disponibili.

È stato condotto uno studio a singolo braccio, in aperto e di fase 3, per valutare efficacia e sicurezza del inibitore della proteina di trasferimento microsomiale ( MTP ), Lomitapide ( Juxtapid ), negli adulti con questa malattia.

La terapia in corso per la riduzione dei lipidi è stata mantenuta da 6 settimane prima del basale e almeno fino alla settimana 26.

La dose di Lomitapide è stata modificata sulla base della sicurezza e della tollerabilità da 5 mg a un massimo di 60 mg al giorno.

L’endpoint primario era il cambiamento medio percentuale nei livelli di colesterolo LDL dal basale alla settimana 26, dopo il quale i pazienti sono rimasti in trattamento con Lomitapide fino alla settimana 78 per la valutazione della sicurezza.

La percentuale di cambiamento dal basale alla settimana 26 è stata valutata con un modello lineare misto.

Nello studio, 29 uomini e donne con ipercolesterolemia familiare omozigote, di età uguale o superiore a 18 anni, sono stati arruolati da 11 Centri in 4 Paesi ( Stati Uniti, Canada, Sud Africa e Italia ) e 23 dei 29 pazienti hanno completato la fase di efficacia ( 26 settimane ) e l’intero studio ( 78 settimane ).

La dose mediana di Lomitapide è stata di 40 mg al giorno.

Il colesterolo LDL si è ridotto del 50% rispetto al basale ( media 8.7 mmol/L ) alla settimana 26 ( 4.3 mmol/L; p inferiore a 0.0001 ).

I livelli di colesterolo LDL sono risultati inferiori a 2.6 mmol/L in 8 pazienti a 26 settimane.

Le concentrazioni di colesterolo LDL hanno mantenuto una riduzione del 44% ( p inferiore a 0.0001 ) alla settimana 56 e del 38% ( p inferiore a 0.0001 ) alla settimana 78.

I sintomi gastrointestinali sono stati gli eventi avversi più comuni.

Quattro pazienti hanno mostrato livelli di ALT ( alanina aminotransferasi ) superiori di oltre 5 volte al limite massimo considerato normale, ma il problema si è risolto dopo una riduzione della dose o dopo la sospensione temporanea di Lomitapide.

Nessun paziente ha interrotto in modo permanente il trattamento a causa di anomalie epatiche.

In conclusione, questo studio ha indicato che il trattamento con Lomitapide può rappresentare un farmaco utilizzabile nella gestione della ipercolesterolemia familiare omozigote. ( Xagena2013 )

Cuchel M et al, Lancet 2013; 381: 40-46

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