Un’elevata concentrazione plasmatica di colesterolo HDL è associata a un ridotto rischio di mortalità cardiovascolare, ma non è chiaro se questa associazione sia causale.
Sfruttando il fatto che i genotipi vengono assegnati in modo casuale alla meiosi, sono indipendenti da fattori confondenti non-genetici e non vengono modificati dai processi patologici, la randomizzazione mendeliana può essere utilizzata per testare l’ipotesi che l’associazione di un biomarcatore plasmatico con la malattia sia causale.
Sono state effettuate due analisi di randomizzazione mendeliana.
Prima, è stato utilizzato come strumento uno SNP ( polimorfismo a singolo nucleotide ) nel gene endoteliale della lipasi ( LIPG Asn396Ser ) e questo SNP è stato testato in 20 studi ( 20.913 casi di infarto del miocardio e 95.407 controlli ).
In seguito, è stato utilizzato come strumento un punteggio genetico costituito da 14 SNP comuni associati in modo esclusivo con il colesterolo HDL e questo punteggio è stato testato in un totale di 12.482 casi di infarto del miocardio e in 41.331 controlli.
Come controllo positivo, è stato inoltre testato un punteggio genetico di 13 SNP comuni associati in modo esclusivo con il colesterolo LDL.
I portatori dell’allele LIPG 396Ser ( frequenza 2.6% ) hanno mostrato livelli più elevati di colesterolo HDL ( 0.14 mmol/L più alto, p=8×10(-13) ) ma livelli simili per gli altri fattori di rischio lipidici e non-lipidici per infarto del miocardio, rispetto ai non-portatori.
È atteso che questa differenza nel colesterolo HDL riduca il rischio di infarto del miocardio del 13% ( odds ratio [ OR ] 0.87 ).
Tuttavia, è emerso che l’allele 396Ser non è associato al rischio di infarto del miocardio ( OR=0.99, p=0.85 ).
Dall’epidemiologia osservazionale, un aumento di 1 deviazione standard nei valori del colesterolo HDL è risultata associata a una riduzione del rischio di infarto miocardico ( OR=0.62 ).
Tuttavia, un aumento di 1 deviazione standard nel colesterolo HDL legata al punteggio genetico non è risultata associata al rischio di infarto del miocardio ( OR=0.93, p=0.63 ).
Per il colesterolo LDL, le stime di epidemiologia osservazionale ( un aumento di 1 deviazione standard nel colesterolo LDL associata a un OR di 1.54 ) sono risultate concordanti con quelle derivate dal punteggio genetico ( OR=2.13, p=2×10(-10) ).
In conclusione, alcuni meccanismi genetici che aumentano il livello plasmatico di colesterolo HDL non riducono il rischio di infarto del miocardio.
Questi dati vanno contro il concetto che l’aumento dei livelli plasmatici di colesterolo HDL si traduce in modo uniforme in riduzioni del rischio di infarto del miocardio. ( Xagena2012 )
Voight BF et al, Lancet 2012; 380: 572-580
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